20 Novembre 2008
E' cristallo affondato nelle mani della notte,
non piu' mattoni e calce,
ne' pareti o crocevia,
solo specchi opachi e mille Me.
Cosi' mi appare oggi la mia casa
non piu' solo mia, ma tuo
e nostro labirinto di pensieri.
"Ho freddo" mi ripeti, ma non sai
che anch'io ho perduto mantelli e focolari.
Non piu' principi o deserti,
non piu' navigante o sognatore,
ma solo un uomo prigioniero della notte
vana e stanca, regina di passati amori.
E all'improvviso non piu' uomo,
ma ancora maniscalco di parole,
testimone di stirpi e gesta antiche,
citta' sepolte e lingue sconosciute.
E' curioso scoprire in un istante
che la notte non piu' notte puo' svanire
nell'eco chiuso dello sguardo di una Fata.
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